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(Da TALENTO, 4/2000))

Spigolature religiose: appunti su di uno pseudo cristianesimo

di Guido Pagliarino

La dottrina del fondatore della società "Torre di Guardia" Charles Taze Russell, statunitense, espressa nel 1878 e dalla quale, per iniziativa del suo successore Joseph P. Rutherford, nascono i testimoni di Geova (con la t minuscola, com'essi si presentano), contrariamente a quanto normalmente si pensa non è cristiana ma di sostanza essena e ariana. Per l’eretico Ario, il Logos incarnato non era Dio ma uno spirito superiore fatto e divinizzato dall'Uno, perché provvedesse alla creazione e all’ordine del cosmo. Cristo, per i testimoni, è il primo degli angeli creati, a volte identificato con Michele, e l'uomo Gesú diviene Messia col battesimo, per il quale quello spirito angelico entra in lui; il Dio Geova, come per gli ariani, non è trinitario; il mondo è creato buono, ma il ribelle Lucifero, il satana, ne ottiene il totale controllo, soprattutto ispirando la nascita di certi enti quali gli Stati, gli eserciti e tutte le chiese diverse da quella dei testimoni. Dovranno essere tutti distrutti nel giorno di Armaghedon, che gli esseni chiamavano Giorno dell'Odio: assolutamente elitari, gli esseni credevano ch'essi soltanto si sarebbero salvati. Anche i T.d.G. pensano che saranno i soli, mentre tutti gli altri saranno distrutti in un bagno di sangue di miliardi di persone. Nella terribile battaglia di Armaghedon, che secondo l'ermeneutica cristiana ha natura simbolica, Cristo-Michele guiderà materialmente gli altri angeli e i fedeli di Geova contro i diavoli e contro gli Stati, le varie organizzazioni politiche, come l'O.N.U., le chiese (che identificano con la grande prostituta, simbolo invece, nell'Apocalisse, del Sinedrio venduto a Roma[1]) e, in genere, tutti coloro che non sono genuinamente testimoni: li batterà e ucciderà, e incatenerà satana. L'élite, 144.000 persone in tutta la storia, sarà assunta a Geova, gli altri testimoni vivranno sulla terra per mille anni nel regno di Cristo: i T.d.G., rigorosamente millenaristi, prendono alla lettera l’Apocalisse e tutto il Testamento; perciò pensano che solo 144.000 si salveranno in modo sublime e saliranno a Geova e che gli altri testimoni, di seconda categoria, sopravviveranno, ma sulla terra, sotto nuovi cieli; però senza più il mare, dato che nell'Apocalisse è detto che sparirà: non considerano che, per gli Ebrei antichi, mare è simbolo di male: una l al posto di una r che fa una gran differenza. Dopo il millennio, il diavolo sarà scatenato e ci sarà la battaglia finale contro questo dragone e i suoi aiutanti umani, i regni Gog e Magog: parte dei testimoni, sedotta dal satana, che perirà; il diavolo e i suoi finiranno, per sempre, nello stagno di fuoco e tutti i buoni testimoni saranno finalmente salvi eternamente, ma ancora una volta solo sulla terra, divenuta paradiso terrestre. Aspettano la battaglia d'Armaghedon da un momento all’altro. Per calcoli del Russell, che s'ispirava al Gran Piramidismo gnostico-egizio, poi rifiutato dal Rutherford, e ai sette giorni della Creazione moltiplicati per 1000 secondo la cosiddetta settimana cosmica, fin dal 1874 il Regno era sulla terra anche se non visibile e si sarebbe manifestato nel 1914. Il mondo non finì, allora i dirigenti affermarono che Cristo era risalito al trono di Geova portando già con sé alcuni privilegiati tra i 144.000 “unti” d'ogni tempo destinati alla Salvezza. Dopo il 1916, anno di morte del fondatore, la data della fine venne spostata dall'erede Rutherford al 1925 e poi, semplicemente, prima del 2.000. Per loro successivi calcoli, i T.d.G. l'avevano attesa inutilmente nel 1975. Anche il 2000 è giunto senza il conflitto di Armaghedon. Al Rutherford sono succeduti nel tempo, quali presidenti, Nathan Knorr, Frederick W. Franz, Milton G. Henschel. La società ha chiesto d'essere ammessa nell'Unione delle Chiese Cristiane Evangeliche, ma i testimoni sono stati ritenuti non cristiani, in quanto per loro, Cristo non è Dio, rifiutano la Trinità e, di fondo, la loro dottrina è di disprezzo per il genere umano non testimone. L’etica consiste in una vita personalmente morigerata; l'amore riguarda i testimoni fra di loro: le opere di carità verso il prossimo non geovista non servono, con l'eccezione del tentativo di convertirlo; non bisogna cercare di migliorare il mondo, comunque condannato entro breve ad essere annientato. Tra i precetti, troviamo il divieto di svolgere il servizio militare, in quanto sarebbe servire il demoniaco Stato: neppure quello civile sostitutivo, utile socialmente, per cui non è questione di non spargere sangue, anzi sarà versato quello di miliardi di nemici nella battaglia di Armaghedon, ma di non aiutare il diavolo-Stato in alcun modo. Meraviglierebbe la richiesta che i capi hanno presentato, tempo fa, al, per loro, "diabolico" Stato Italiano, di ricevere il finanziamento dell'8 per mille, in cui i testimoni si sono presentati come cristiani, se non fosse che, evidentemente, come per Vespasiano, pecunia non olet anche se è sterco del diavolo. Ai T.d.G. è fatto divieto di votare, persino nelle elezioni scolastiche per i consigli di classe, per cui, aggiungo scherzando, ai parlamentari che hanno sostenuto la richiesta non verrà, questa volta, un vantaggio in voti. La sede dell'organizzazione dei testimoni è, fin dall'inizio, a Brooklyn. Il movimento finanziario della centrale "Torre di Guardia", che è costituita come società per azioni con un regolare consiglio d'amministrazione e un presidente (gli ultimi sulla terra dei 144.000), è gigantesco. Non un centesimo è indirizzato al terzo mondo contro la fame e per opere sanitarie e sociali, diversamente da quanto fanno, con spese enormi, le chiese cristiane inviando pure molte persone in loco, religiose e laiche, che aiutano indifferentemente cristiani e no. I geovisti devono acquistare bibbie ed altre pubblicazioni, di cui si stampano decine di milioni di copie, che s'impegnano a donare a coloro che devono convertire: sulla loro attività missionaria stilano stressanti rapporti per i superiori, come succede agli agenti di commercio secondo il modello statunitense. Sono sollecitate, presso i membri, le donazioni e i testamenti a favore di questa chiesa. Più persone si convertono, più sono i testimoni che acquistano pubblicazioni e fanno donazioni. Attualmente i fedeli sono 5.600.000 nel mondo e 4.000.000 i simpatizzanti, gli ammessi al cosiddetto "studio biblico". L'Italia ha il primato del maggior numero di testimoni rispetto alla popolazione. La loro bibbia, chiamata “Traduzione del Nuovo Mondo”, non coincide ovunque con quella originale. Mancano alcuni libri e c’è variazione nei passi dove si dice direttamente o indirettamente che Gesú è Dio. Come risulta dalle indagini degli istituti contro le sette e come riferiscono i testimoni pentiti che si sono confidati in loro libri e interviste, chiamati giuda dai capi[2], questa chiesa causa sofferenza a molte persone, cominciando dai famigliari che non vogliono convertirsi, da cui il fedele è distolto, con rovine di famiglie; o dai bambini di testimoni che necessitano di trasfusioni di sangue, proibite dal 1945, prima no, ai fedeli geovisti. Per quanto riguarda i trapianti di organi, quand'erano ancora agli albori la rivista La Torre di Guardia (15/3/63) scriveva che era una cosa che ognuno doveva decidere da sé; il 15 marzo 1968 la stessa pose divieto ai trapianti, considerati "cannibalismo", senza smentire quel vecchio articolo ma in quanto i principi biblici erano ora "compresi meglio"; il I settembre 1980, la rivista è tornata alla posizione primaria: "Non c'è alcun comando biblico che vieti specificamente di introdurre nel proprio corpo tessuti di un'altra persona". Nel frattempo, testimoni ammalati non hanno potuto trapiantarsi. I fratelli accettano queste cose perché è stato loro inculcato che lo spirito di Geova che guida gl'infallibili capi illumina sempre più "lo schiavo fedele e discreto". In campo più strettamente religioso, è vietato festeggiare la Pasqua, festa della risurrezione dell'Uomo-Dio, e il Natale, perché il consiglio direttivo, osservando che sostituì la festa romana-iranica del Natale del Sole Invitto, lo ritenne demoniaco, senza considerare che, con quell'atto, la Chiesa volle simboleggiare la vittoria del vero "sole", Gesú, sul peccato e sul paganesimo. All'inizio il Natale si festeggiava, anzi il Taze Russell riuniva la notte della vigilia i suoi collaboratori per una festa, donando a ciascuno un dollaro d'oro in onore del Bambino: la dottrina, insomma, in diversi punti è andata variando a seconda dei capi che si sono succeduti[3]. Secondo le testimonianze di transfughi, i bambini conducono una vita non solo grigia ma angosciata da un'idea estrema e formale del peccato, ad esempio è colpa portare i capelli un po' lunghi o partecipare alle feste di compleanno dei compagni di scuola e a quella di classe per il Natale, e sono preoccupati dall'insistita previsione d'una fine del mondo da film horror ormai vicinissima. Può essere curioso sapere che ai maschi adulti è impedito da anni di portare la barba ("La Torre di Guardia", 15/9/68) mentre il loro profeta Russell esibiva un onor del mento fluente: il barbuto non può tenere discorsi, dire preghiere in comune, avere incarichi neppure minimi. La libertà d'espressione e di personale studio è nulla: mentre all'inizio, nel contattare il potenziale adepto, i missionari, secondo l'insegnamento ricevuto, mostrano, con molta dolcezza, desiderio di libera discussione e gusto nell'ascoltare il suo parere, peraltro avendo la risposta pronta per ogni sua osservazione, dal momento del battesimo di Geova al convertito è vietato esprimere idee personali e fare ricerche: deve solo studiare i testi dei capi. Un transfuga, liceo classico, ha testimoniato su Internet che aveva letto il Nuovo Testamento nell'originale greco, trovato differenze con la traduzione del consiglio direttivo e che dunque l'aveva fatto presente in assemblea. Ne aveva ricevuto tale opposizione da dimettersi. In conseguenza, i suoi genitori, pure testimoni, gli erano stati aizzati contro. I ragionamenti dei T.d.G. al fine di convertire sono irreali e fittizi, tanto da destare irritazione in chi abbia una preparazione cristiana. Ciò non toglie che i missionari geovisti, cioè tutti a parte i dirigenti, creino difficoltà a chi accetti la discussione, niente affatto perché presentino argomenti validi, ma in quanto mancano di quel minimo di serietà culturale indispensabile ad ogni dibattito, incapaci di capire quanto viene loro opposto: replicano seguendo vari schemi loro inculcati, analogamente alle tecniche di risposta alle obiezioni del cliente insegnate ai nuovi agenti nei corsi preparatori delle società commerciali. I missionari testimoni hanno buon successo tra coloro che non hanno mai approfondito il Cristianesimo e che hanno l'impressione di trovarsi davanti ad esperti esegeti. Nei loro pacati colloqui coi potenziali nuovi adepti, citano versetti isolati dal contesto e li collegano, così da poter modellarne il senso a sostegno delle tesi. Dicono di servire la parola di Dio, ma al contrario se ne servono, accreditando le fantasie dei loro dirigenti. Nell'interpretazione biblica, i capi-esegeti non considerano affatto i generi letterari, in cui rientrano situazioni storiche ed espressioni caratteristiche d'un ambiente: per fare un immediato parallelo, se noi prendessimo alla lettera l'espressione "mangiarsi due spaghetti" penseremmo che se ne vogliono assaggiare due di numero, non una porzione modesta. Così, tra l'altro, i T.d.G. accolgono tal quali i simbolici numerici biblici e le immagini allegoriche diaboliche. Nell'attuale clima di New Age, questo può far breccia nelle persone desiderose del magico, tanto più perché l'avversione dei geovisti per ogni luogo di potere, a parte il loro indiscusso direttivo, può destare simpatia. I testimoni ritengono molto importanti questioni piuttosto marginali. Ad esempio, s'affannano a dimostrare che Gesú morì appeso a un palo con due chiodi, uno per le mani ed uno per i piedi, e non sulla croce, nemmeno che questo potesse far differenza quanto alla morte e risurrezione di Cristo. Ne parlo soprattutto per sottolineare come questa organizzazione non tenga conto dei dati storici e dei propri precedenti, ed usi i documenti solo per quanto sostiene le sue tesi. Per il secondo presidente, Rutherford, la croce era beneficio per la razza umana e nei suoi vendutissimi volumi "L'arpa di Dio" e "Creazione" aveva fatto stampare il crocifisso tradizionale. Gli stessi testimoni portavano un distintivo in cui figurava anche la croce. Poi, nel 1928, si convinse che fosse un segno pagano, perché un simbolo simile, ma non uguale, significante la congiunzione carnale, era in uso presso gli antichi Egizi e, inoltre, c'è emblema della Trinità nel segno di croce cattolico e ortodosso. Da allora, per i T.d.G la croce è da disprezzare. Nelle sue pubblicazioni, il consiglio direttivo cita alla lettera la definizione di "croce" dell'Enciclopedia Britannica, dove si dice anzitutto delle croci pagane; omette però l'ultima parte, dove risulta che del tutto diversi sono l'origine e il significato della croce del Cristianesimo, simbolo di bene e di salvezza. I capi sostengono e i missionari riferiscono che la parola greca staurós, che troviamo pure nel Nuovo Testamento, in Omero significa solo palo. Vero, Omero la usò sempre in questo senso, ma da quando, verso il III/II secolo a.C., fu invalso l'uso di crocifiggere, lo documentano i buoni vocabolari, la parola significò anche croce. Negli Atti degli Apostoli lo strumento del supplizio di Gesú è pure indicato con xýlon; il corpo direttivo (manuale "Ragioniamo…", pag. 85) citò la definizione del dizionario greco di Liddell e Scott edito in Italiano da Le Monnier, 1975, pag. 875, ma ponendo diverse volte puntini d'omissione, anche dov'è scritto che il vocabolo significa pure "Croce, N.T.", e riportando: "Legno tagliato e pronto per l'uso, sia legna da ardere, sia legname da costruzione,…pezzo di legno, tronco, trave, palo,…bastone, clava randello, … trave a cui erano legati i malfattori": ebbe una lettera di protesta (23/9/88) da quella casa editrice. Lo storico del I secolo Flavio, nel suo studio sulla prima rivolta giudaica contro Roma, descrisse la crocifissione di ribelli. Sui luoghi del supplizio sorgevano stabilmente pali, ma il condannato andava alla morte (anche Gesú) portandosi la traversa, il patibulum, che veniva fissato all'asse verticale dai carnefici. Sono stati trovati nel 1968 presso Gerusalemme, in un sepolcro comune, resti del I secolo d'un crocifisso zelota, tale Giovanni, coi segni di due chiodi diversi ai polsi e di uno ai piedi, come hanno rilevato i patologi. Gli antichi cristiani si vergognavano della morte da schiavo di Gesú crocifisso e, come insegnano la Storia della Chiesa e la Storia dell'arte, il simbolo, sostituendo il pesce, venne in uso solo verso il IV/V secolo, prima la croce da sola, quindi con il Cristo appeso ancora vivo, infine, verso il 1000, con Gesú morto; tuttavia, abbiamo già immagini della croce dai primi tempi, un graffito trovato a Ercolano e la croce blasfema del Palatino, che rappresenta un asino crocifisso accanto a un'iscrizione che irride a un cristiano: "Alexamenos adora il suo dio". Né prima né poi troviamo simboli cristiani di un palo o di Gesú appeso a un palo.

 Ho inteso, con quest'articolo, sgombrare equivoci, non sminuire la massa dei comuni T.d.G missionari, di vita normalmente sobria e in buona fede, e in certi casi anche martiri, come quelli tedeschi, sterminati da Hitler per non aver voluto servire come soldati il (quello sì!) demoniaco stato nazista. Penso che, nel cercare proseliti, essi vogliano genuinamente salvare altri dall'immaginario massacro di Armaghedon[4].

Guido Pagliarino

NOTE

[1] Cfr. per questo e, in genere, per il riferirsi simbolico dell'Apocalisse al peccato originale, all'attesa messianica e alla morte e risurrezione di Cristo che sconfigge il peccato-satana, di Eugenio Corsini, "Apocalisse prima e dopo", SEI, Torino, diverse edizioni.

[2] Si cerchino, volendo, questi articoli: "Nella setta per riavere mia moglie" di Barbara Ganz, Il Gazzettino, 26 luglio 1999"; Così un padre ha sfidato il tempio" di Chiara Bini, Il Resto del Carlino, 26 novembre 1999; "La storia di Anna" di Marina Corradi, in Avvenire, 24 marzo 2000. In volume, di Lorita Tinelli, si può leggere "Gli ex Testimoni si raccontano, interviste ad ex T.d.G.", in "Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova", Libreria Editrice Vaticana. Si possono trovare testimonianze di ex testimoni di Geova sul sito Internet http://space.tin.it/scienza/vaveta.

[3] L'attuale dottrina è esposta, oltre che nelle riviste "Svegliatevi" e "La Torre di Guardia", nel loro testo ufficiale "La verità che conduce alla vita eterna" e nel libro "Cose nelle quali è impossibile che Dio menta", stampati a Brooklyn dalla loro casa editrice, nelle principali lingue del mondo.

[4] Poiché, pur occupando notevole spazio, ho potuto soltanto accennare al complesso fenomeno geovista, per un'indagine più ampia e articolata consiglio la seguente bibliografia, oltre alle fonti già citate: di Alfonso Coppola, "I Testimoni di Geova - Breve storia", in  "Il Notiziario 2, gennaio-febbraio 1999 e di Raffaella Di Marzio, due articoli nella rivista "In Altum", numeri 64/1997 e 65/1997. Di Nicola Tornese, "I Testimoni di Geova", 23 opuscoli (molto interessanti, perché ci sono ampi paragoni col Cristianesimo) a cura dell'autore: si possono ricevere telefonando allo 081-5457044 o scrivendo al Tornese in Viale S. Ignazio, 4, 80131 Napoli: non è pubblicità, non conosco l'autore e quelle pubblicazioni non hanno fine di lucro; si possono trovare e copiare gratuitamente anche sul sito Internet www.qumran.net. Sul medesimo sito, si può leggere, di Marco Cillo, "Schede di riflessione sulla Sacra scrittura - La Bibbia e i Testimoni di Geova". Consiglio inoltre, gli articoli del libretto "T.d.G", MIMEP-DOCETE: anche sul sito Internet http://www.augustea.it/dgabriele. Ancora, di Lorita Tinelli, già citato per la sezione di interviste ad ex testimoni, "Tecniche di persuasione tra i Testimoni di Geova", Libreria Editrice Vaticana e di Lorenzo Minuti, "I testimoni di Geova non hanno la Bibbia", Coletti a San Pietro Roma. Ex testimoni pubblicano,  http://www.mclink.it/personal/MC5005/COGITO.htm  , la rivista "Cogito" di critica ai movimenti religiosi alternativi (MRA) e soprattutto ai T.d.G.